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Normative locali rilevanti
  • Divieto di fumo

Proibito fumare su venti spiagge della Thailandia, tra le più note e frequentate dai turisti. I trasgressori saranno puniti con 1 anno di reclusione e/o 100.000 Baht di multa (2.700 Euro).  

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  • Pene severe in caso di reati “minori”

Alcuni reati che in Italia sono abitualmente considerati “minori” possono generare in Thailandia pesanti conseguenze giudiziarie, con l’irrogazione di pene severe. Ad esempio, in caso di furto di oggetti di modesto valore, di possesso o acquisto di modiche quantità di stupefacenti leggeri, di possesso o utilizzo della sigaretta elettronica, di permanenza nel territorio thailandese oltre la scadenza del visto, le autorità di polizia procedono generalmente all’arresto immediato e all’avvio di un processo. 

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  • Normativa prevista per uso e/o spaccio di droghe pesanti 

La normativa sul possesso e spaccio di sostanze stupefacenti è molto severa, anche per dosi limitate. In caso di flagranza di reato, l’arresto è immediato. Le Autorità di polizia effettuano controlli a campione con test delle urine (per verificare eventuali tracce di sostanze stupefacenti). Le pene previste sono severissime, e nei casi più gravi la normativa locale contempla anche la pena capitale. 

 

  • Normativa per l’importazione di medicinali

Alcuni medicinali della famiglia degli ansiolitici e delle benzodiazepine sono considerati sostanze stupefacenti (es. Xanax e Alprazolam).

 

  • Normativa prevista per abusi sessuali o violenze contro i minori

La normativa per i reati contro la morale, se commessi ai danni di minorenni, prevede pene detentive sino ai quaranta anni di reclusione. I reati di droga e quelli sui minori sono trattati con la massima severità. Va inoltre ricordato che coloro che commettono all'estero reati contro i minori (abusi sessuali, sfruttamento, prostituzione) vengono perseguiti al loro rientro in Italia sulla base delle leggi in vigore nel nostro Paese. 

 

  • Normativa prevista per reato di lesa maestà

In vigore una rigida normativa che disciplina il reato di lesa maestà e prevede pene molto severe, inclusa la reclusione fino a 15 anni. Il vilipendio e le critiche alla persona del Sovrano e/o degli altri membri della famiglia reale – oltre che alla religione buddista – possono, infatti, provocare imprevedibili reazioni da parte della popolazione e delle Autorità locali.

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